Visto da lontano il volto è l’emulo del cielo; come l’intelletto dell’uomo riflette imperfettamente la saggezza di Dio, così i due occhi con la loro luminosità limitata riflettono la grande illuminazione diffusa, nel cielo, dal sole e dalla luna; la bocca è Venere, poiché attraverso essa passano i baci e le parole d’amore; il naso rende la minuscola immagine dello scettro di Giove e del caduceo di Mercurio.
(…) Il cielo interiore dell’uomo può essere autonomo e poggiare solo su se stesso, purché esso diventi con la propria saggezza, che è anche sapere, simile all’ordine del mondo, lo riprenda in se e faccia così ribaltare nel proprio firmamento interno quello in cui scintillano le visibili stelle (…) l’uomo scoprirà di avere le stelle all’interno di se medesimo…, e di portare così il firmamento con tutti i suoi flussi.
Michel Foucoult, Le Parole e le Cose