venerdì 7 gennaio 2011

Ma perchè?





L’uomo trascorre il suo tempo a costruire dei meccanismi di cui diviene poi il prigioniero piú o meno volotanrio.
Marc Bloch, Apologia della storia

2 commenti:

  1. Viviamo sotto una piaggia ininterrotta di immagini; i più potenti media non fanno che trasformare il mondo in immagini e moltiplicarlo attraverso una fantasmagoria di giochi e di specchi: immagini che in gran parte sono prive della necessità interna che dovrebbe caratterizzare ogni immagine, come forma e come significato, come forza d’imporsi all’attenzione, come ricchezza di significati possibili. Gran parte di questa nuvola di immagini si dissolve immediatamente come i sogni che non lasciano traccia nella memoria; ma non si dissolve una sensazione di estraneità e di disagio. Ma forse l’inconsistenza non è nelle immagini o nel linguaggio soltanto: è nel mondo. La peste colpisce anche la vita delle persone e la storia delle nazioni rende tutte le storie informi, casuali, confuse, senza principio né fine.
    Italo Calvino, Lezioni americane

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  2. Viviamo in una società in cui i mezzi di comunicazione, grandi corporation, gruppi religiosi e politici producono realtá artificiali a getto continuo, ed esistono dispositivi elettronici atti a instillare questi pseudomondi nella mente di chi legge, osserva o ascolta (...). Che relazione esiste tra una qualsiasi sit-com televisiva e la realtà? E che dire dei telefilm polizieschi? Auto che escono continuamente di strada, vanno a sbattere, prendono fuoco. La polizia é sempre buona e vince sempre. Che lezione edificante! Non bisogna mai combattere l’autorità, e anche se lo si fa si é destinati alla sconfitta. Il messaggio implicito é: siate passivi! E collaborate.
    Philip K. Dick, Se vi pare che questo mondo sia brutto

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