lunedì 30 gennaio 2012

Il futuro è una palla di cannone accesa e noi lo stiamo quasi raggiungendo



Il futuro è una delle molle del progresso, purtroppo qualche volta è sintomo di regressione, oppure la società confluisce in una situazione più “barbara” per, in seguito, sviluppare un’altra forma di progresso: gli esempi in tal senso non mancano. La grande cultura greca confluisce nei barbari romani che a loro volta realizzano fasi di progresso eccezionali. L’impero romano smembrato confluisce nei barbari longobardi e precipita nel Medioevo per risorgere nel Rinascimento. Questo elenco è illimitato se viene osservato nel microsistema come nel macrosistema. Tuttavia ciò che noi chiamiamo progresso, sino ad oggi, ha riguardato aree piccole, alcune volte grandi, altre molto grandi, ma oggi per la prima volta nella storia dell’umanità, riguarda tutto il mondo e con una simultaneità impensabile solo qualche decennio fa. La velocità di spostamento delle persone e delle merci, la velocità di trasmissione dell’informazione hanno fatto si che improvvisamente, il mondo fosse tutto insieme. Questo fenomenale progresso invece di rassicurarci ha creato paura, una paura che non conoscevamo, strana; (…) sappiamo che esiste l’altro, o gli altri, senza essere in grado di intendere la loro essenza. Oggi temiamo la Cina per l’invasione commerciale, l’India per l’intelligenza artificiale, l’Islam per la potenza religiosa.(…) Siamo anche in difesa da eventuali contaminazioni...
 Angelo Cortesi, Dossier Habitat, gennaio 2007

venerdì 27 gennaio 2012

Edades



Segun J. A. Burrow, cit., la division de la vida en tres edades corrisponde a los biologistas, la division en cuatro a los fisiologistas y la division en siete a los astrologos. En el Convivio (IV, XXIII y XIV) Dante utiliza la imagen del arco para hacer referencia al cursus aetatis y se basa en modelo aristotelico triadico de augmentum, status, decrementum, para seguidamente dar paso a la division en cuatro edades: adolescenza (periodo de crecimiento hasta los 25 anos), gioventute (periodo de madurez de los 25 a los 45 anos con su pnto culminante a los 35), senettute y senilitate (el periodo de declive de los 45 a los 70 anos), las que hace corresponder las cuatro combinaciones de cualidades contrarias (calor/humedad, calor/sequedad, frio/sequedad, frio/humedad, considerando ademas las correspondencias con las estaciones: primavera/verano/otono/inverno, e incluso las horas del dia, para aludir al “punto culminante de la vida”. Dante utiliza el concepto colmo, equivalente al acme aristotelico y al status latino, y lo situa en la edad de treinta y cuatro anos segun el ejemplo de Cristo (cuya muerte es su coronacion). San Isidoro siguio el mismo esquema que San Augustin: la division en seis edades, dunque a diferencia de aquél concedio un numero de anos a cada edad: infantia (hasta los 7), puerizia (hasta los 14), adolescentia (hasta los 28), iuventus (hasta los 50), gravitas (hasta los 70), senectus (hasta la muerte).
 Victoria Cirlot, Figuras del destino. Mitos y simbolos de la Europa Medieval

mercoledì 25 gennaio 2012

La cosa più importante



Io chiedo soltanto, non ho risposte. Sono sicuro che conoscere, essere aperti, aspettare senza pregiudizi è oggi la cosa più importante, come è importante identificarsi con altri Paesi, cercare cose comuni. 
 Istvàn Szabò

Metropoli


  
Vivere in una metropoli oggi significa essere al centro assoluto di una confusione creativa dove arte e vita si scambiano continuamente i ruoli.
(...)
Ogni strada, ogni quartiere è un luogo dove i mondi collidono e la confusione diventa espressione artistica, comunicazione, sistema di segni e di citazioni che ciclicamente si ricompongono, sembrano trovare il metodo per far convivere consumo e pulsioni sotterranee ed alta moda.
Pierfrancesco Pacoda, Sulle rotte del rave


martedì 24 gennaio 2012

Le possibili vie



La conoscenza non è che una via e le vie possibili sono tante.
Diego Marani, Nuova grammatica finlandese

lunedì 16 gennaio 2012

Raices



No sé que extrana flor
es mi corazon.

Echa raices de la tarde a la manana,
en cada despedida
hay que arrancarle

y como duele.
 Raices, di Umberto Ak’abal